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Rapporto tra piede e colonna nello sportivo


Per comprendere  l'importanza di questa relazione nello sportivo proviamo a pensare quanto é determinante l'assetto di una vettura da corsa: motore e telaio non potrebbero esprimere la loro efficienza se ruote e sospensioni non fossero all'altezza della situazione.

Capita spesso che all'atleta con dolori alla schiena venga consigliato di controllare la condizione dell'appoggio del piede, questo è corretto, però con una giusta interpretazione. Innanzitutto il rachide deve essere valutato e studiato per indagare le cause primarie della sua patologia (gli esami spaziano dalle radiografie alle tomografie assiali e alla risonanza magnetica), e una volta fatta una diagnosi e programmate le adeguate cure mediche e fisioterapiche è opportuno accertare con un posturologo la relazione del rachide con gli arti inferiori, per verificare la biomeccanica del movimento.

E' possibile quindi che un non perfetto equilibrio della spinta degli arti inferiori possa determinare una rotazione anomala delle vertebre lombari, se queste poi non hanno degli allineamenti ottimali  per curve scoliotiche o di rotazione del proprio asse, ne deriva che i dischi intervertebrali  possono subire fenomeni degenerativi.



Questa situazione di dismetria si può verificare o perché realmente i segmenti ossei di un lato sono più lunghi dei controlaterali oppure perché un appoggio è scorretto rispetto all'altro (tipo un piattismo ...).
Difetti di questo tipo vengono amplificati dalla corsa. L'oscillazione del bacino in un soggetto dismetrico è molto maggiore durante un'attività sportiva in corsa rispetto ad un semplice cammino.
La strada è allora quella di insistere sulla mobilità della schiena, cercando di favorire per quanto possibili i compensi naturali, riequilibrare le catene muscolari in causa e ristrutturare il piede nelle sue funzioni primarie oramai perse per disabitudine e l'uso di calzature non idonee per troppo tempo.



Matteo Barbi - Posturologo - Chinesiologo