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Mentre l’OMS raccomanda di tenersi al di sotto della soglia dei 5 gr di sale al giorno, gli uomini italiani ne consumano ben 12 gr, mentre le donne 9 gr. Persino gli ipertesi ci danno dentro con la saliera: il loro consumo è appena inferiore di un grammo alla media di chi non ha problemi con la pressione.
I pediatri lo hanno ribadito più e più volte: “dobbiamo abituarci sin da piccoli ad un’alimentazione poco salata per non avere problemi di salute da grandi.”
Ma secondo le statistiche già a 9 anni i nostri bambini ingeriscono la bellezza di 8 gr di sale al giorno. Questo iper-consumo, ribadiscono gli esperti della scuola di sanità di Harvard, provoca un aumento del 15 % delle morti per malattie cardiovascolari, e pensare che basterebbe mettere poco sale nella vita!
Solitamente consumiamo il grosso del sale senza accorgercene, infatti solo il 20 % è quello che effettivamente ingeriamo mettendo mani alla saliera, mentre il restante 80 % arriva sulle nostre tavole direttamente dal supermercato, con pane e cibi pronti e preconfezionati.
Per questo motivo il Ministero della salute ha deciso di mettere intorno a un tavolo panificatori artigianali e industriali, produttori di pasta fresca e di surgelati, con l’obiettivo di ridurre entro la fine dell’anno 2013 il contenuto di sale in questi cibi del 10-15 %.
Uno dei problemi più frequenti, purtroppo, è che i piatti già pronti, precotti o surgelati sono sempre più in voga tra le giovani coppie e i single, poiché pratici e veloci da preparare.
Se produttori di pane, pasta e surgelati hanno promesso di salare meno, un po’ più di attenzione dobbiamo metterla anche noi al momento della spesa: basta buttare l’occhio sulle etichette dei cibi che mettiamo nel carrello.
Molti prodotti riportano la dicitura «a basso contenuto di sodio» e sono quelli che già hanno dato un taglio al sale. Sta a noi poi non «integrare» a tavola.
COME COMPORTARSI? CONSIGLI UTILI …
Dott.sa Federica Scali - Dietista
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