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L'atleta ha una sua dimensione speciale fatta di affermazione, estro , creatività e duro allenamento quotidiano e tutto deve convergere in risultati. Solo con queste premesse l’atleta può raggiungere quelle mete tanto ambite e gioire quindi dei risultati che lo ripagheranno di tanti sacrifici e rinunce.
La preparazione fisica e psicologica è fatta di progetti, percorsi, tappe e duro lavoro.
Oggi non ci si può più limitare solo ad un intelligente potenziamento, ad un mirato lavoro di resistenza, ad una dieta perfetta ma è doveroso e fondamentale anteporre una attenta e profonda osservazione di carattere chinesiologico e posturale.
Questa osservazione è necessaria per capire come l’atleta si organizza nei suoi movimenti e nei gesti tecnici. Una postura alterata darà funzioni alterate. Funzioni e gesti tecnici difficili o alterati frutteranno risultati quantomeno compromessi. Potenziare una struttura muscolare con problemi, significa potenziare automaticamente anche i problemi stessi.
Ecco perché è doveroso in primo luogo saper fare una valutazione di carattere chinesiologico e posturale, saper correggere le alterazioni e, solo allora, potenziare una struttura stabile e capace: avremo potenziato un vero atleta capace di andare oltre i suoi stessi limiti.
Non esiste corpo umano che non abbia freni muscolari, tensioni eccessive nascoste o retrazioni e viene naturale chiedersi come mai, nonostante ogni atleta che si rispetti non trascuri di fare una buona dose di stretching, si trovi ad essere soggetto a posture spesso alterate o ad essere soggetto ai classici e frequenti disturbi quali crampi, stiramenti, strappi muscolari, lesioni articolari, tendiniti, borsiti, sinoviti, etc, etc.
Se la preparazione fisica di un atleta (e non solo dell’atleta), venisse fatta tenendo conto di tutti fattori posturali e chinesiologici necessari, in quella misura si avrebbe una riduzione di eventi traumatici e proporzionalmente si avrebbe un aumento del rendimento atletico.
Non si può pretendere da un’automobile che abbia le convergenze fuori posto anche solo di un grado, di fornirci la stessa identica prestazione e stabilità su strada, come se avesse le convergenze perfettamente in ordine. Lo stesso vale per il corpo. Una piccola intrarotazione di un femore, un’anteposizione di una spalla, una piccolissima riduzione di mobilità in flesso estensione di una caviglia, un diaframma bloccato che si fa sostituire nelle sue funzioni dai muscoli respiratori accessori, una lordosi troppo accentuata o ridotta, etc, etc, determineranno inevitabilmente dei limiti di funzionalità e dunque di efficienza.
Saper eliminare queste incongruenze, migliorare la postura, ridare corrette informazioni di carattere propriocettivo all’atleta, significa ridurre ed eliminare i “freni” e dunque eliminare i limiti all’atleta stesso.
Ecco l’importanza di saper osservare e riconoscere una corretta postura. Un corretto esame POSTURALE rileverà molti dati interessanti atti a fornire al tecnico, al fisioterapista o al medico, tutti gli strumenti necessari per meglio intervenire e dare all’atleta tutte le possibilità di cui necessita per crescere e migliorarsi.
Matteo Barbi - Posturologo - Chinesiologo
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